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Juliette Greco
Juliette Gréco nasce il 7 febbraio 1927 a Montpellier. Suo padre è corso, sua madre bordolese. Racconterà della sua nascita: “Ma miadre mi disse che durante quel giorno, pioveva. La pioggia favorisce la crescita di tutte le piante, comprese le piante velenose”. Riguardo all'infanzia, dirà, molto tempo dopo, che fu "misera per quanto concerne il cuore, dorata per quanto concerne la comodità materiale". Anni dopo la madre abbandonata dal marito decide di installare la piccola famiglia a Parigi e la seconda parte dell'infanzia di Juliette si svolgerà nella capitale, al convento e, per le vacanze, in Dordogna, nella proprietà di famiglia. Il 9 settembre 1943, la madre, che è capitano nella Resistenza, viene arrestata a Périgueux e le due sorelle decidono di tornare a Parigi. Appena arrivata, la ragazza assiste, impotente, all'arresto di Charlotte, poi la stessa Juliette è incarcerata nella prigione di Fresnes. Un mese dopo, Juliette viene liberata. I suoi passi la conducono spontaneamente a casa di Hélène Duc, una professoressa di francese di cui era stata l'allieva. Juliette, incoraggiata da Hélène Duc, si presenta al concorso della scuola d'arte drammatica francese più importante di quell'epoca: le Conservatoire. Juliette è respinta ma la famosa Madame Dussane annota nei suoi commenti "Da sorvegliare per l'avvenire". Quest' insuccesso non le impedisce di ottenere per un ruolo di comparsa alla Comédie-Française, dove il regista Jean-Louis Barrault mette in scena “Le Soulier de Satin” di Paul Claudel. 1945 : la Liberazione. Juliette ritrova sua madre e sua sorella , Charlotte, scampate ai campi di concentramento. La mère si impegna nella carriera militare come ufficiale marittimo nel corpo di spedizione francese in Indocina, mentre Juliette et Charlotte, rimaste a Parigi, frequentano il caffè del Pont-Royal dove si riuniscono, tra gli altri, Jean-Paul Sartre, Simone de Beauvoir, e Albert Camus… Juliette conosce bene Maurice Merleau-Ponty che tente di sedurla…Poi, Juliette incontra Jean Tardieu che le propone di partecipare a una serie di trasmissioni per "Le club d’essai", una radio culturale. A quell'epoca muore il corridore automobilista Jean-Pierre Wimille, il suo primo amore, in un incidente stradale. Cominciano le incredibili notti di Saint-Germain-des-Prés… E gli incontri… In Boris Vian, trova un fratello. Al Tabou, alla fine di una notte, Juliette, cercando di ricuperare il mantello che ha lasciato sul corrimano, si accorge che il cappotto è scomparso: sporgendosi per vedere meglio, scopre una scalinata che conduce a una lunga cantina a volta. Cosi nasce il "Tabou", il club privato, dove ormai si potranno riunire gli Esistenziali. Il successo è immediato. La stampa, in tutto il mondo, ne fa il portavoce. Il mito del Tabou è fatto. All'ingresso, Juliette è incaricata di allontanare i curiosi. Da tutti vengono copiati il suo trucco agli occhi con l'eye-liner, il modo di vestire, il suo maglione e i suoi pantaloni neri. Jean Cocteau le domanda di accettare la parte della Regina delle Baccanti nel suo film Orfeo". La distribuzione è prestigiosa: Jean Marais, Maria Casarès, François Perrier… Il successo del du Tabou incita l’erede del Bœuf sur le Toit a affidarne la responsabilità al trio Marc Doelnitz, Anne-Marie Cazalis e Juliette Gréco. Una sera, mentre Juliette sta cenando alla Cloche d’or con Jean-Paul Sartre, Jacques-Laurent Bost e Anne-Marie Cazalis, quest'ultima lancia l'idea: “Se la Gréco cantasse...”. Sorpreso dal rifiuto definitivo della giovane Gréco, Sartre, divertito, l’invita a passare a casa sua, l'indomani, alle nove. Doveva piacergli l'idea di vedere cantare Juliette… L'indomani, all'arrivo della ragazza, Sartre le propone un insieme di testi fra i quali figurano poesie di Paul Claudel, Tristan Corbière, Jules Laforgue e Raymond Queneau… La futura cantante tiene molto alla poesia di Raymond Queneau, “ Si tu t’imagines ”, e a quella di Jules Laforgue, “l’éternel féminin”. Soddisfatto dalla sua scelta, Jean-Paul Sartre le offre la canzone che lui aveva scritto per il personaggio di Inès in “Huis Clos” : “La rue des Blancs-manteaux”. Le raccomanda di rivolgersi presso Joseph Kosma per le musiche. Qualche giorno dopo, con il pianista Jean Wiener che torna a fare l'accompagnatore del Bœuf sur le Toit venti anni dopo, Juliette Greco canta sul palcoscenico per la prima volta. Il successo è totale. Dopo lo spettacolo, François Mauriac l’invita presso di se e le fa le sue congratulazioni. E Marlon Brando, presente ogni sera, riaccompagna la giovane cantante in motocicletta, fino all'albergo.In estate, Juliette parte da Parigi per la Costa Azzura dov'è invitata a cantare nella succursale del Vieux Colombier appena aperta da Anet Badel nel cinema Antipolis di Juan-les-pins. Passando di là, Joseph Kosma le propone la canzone “la fourmi”, e Juliette approfitta dell'occasione per domandargli l'autorizzazione di cantare “les feuilles mortes”. Jacques Prévert, che la Gréco incontra in campagna vicino a Saint-Paul-de-Vence, e che passa la mattinata in sua compagnia le offre la canzone “Je suis comme je suis”, all'origine scritta per l'attrice Arletty. Altro incontro, a Golfe-Juan: Picasso. Tornata a Parigi, Nicolas Papatakis detto Nico, padrone della Rose Rouge, l’asume al suo ritorno sulle scene. In quell'occasione, incontra quello che l'accompagnerà col piano fino al '68: Henri Patterson. Charles Aznavour le presenta "Je hais les dimanches ” appena rifiutata da Edith Piaf. Con questa cansone, Juliette ottiene un grande successo e le viene attribuito il Premio di interpretazione a Deauville. Incoraggiata dai les Frères Jacques e dal direttore artistico Jacques Canetti (il fratello di Elias), mette la firma ad un contratto per un nuovo marchio di dischi e quindi è la prima artista che viene pubblicata con etichetta Philips.  
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