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Mina
Mina Anna Mazzini, nota come Mina (Busto Arsizio, 25 marzo 1940), è una cantante italiana. Artista di fama internazionale e voce fra le più apprezzate nel panorama pop mondiale, rappresenta un punto di riferimento per tutte le interpreti femminili. La sua lunga e fortunata storia artistica si estende dalla fine degli anni cinquanta sino a oggi ed è tutt'ora in evoluzione; la sua voce, dall'inconfondibile timbro, si distingue per potenza ed estensione. Durante gli anni '60 e '70, raggiunge una fama ed una popolarità ineguagliate in ambito nazionale, ed ancora oggi insuperate. Dal 1978 non appare più in pubblico, pur continuando ad incidere dischi, a condurre programmi radiofonici e scrivendo editoriali e altre rubriche per alcune riviste e quotidiani. Nel 2001 si è fatta riprendere nel suo studio di registrazione, trasmettendo il filmato in streaming, con relativo record di contatti (oltre 15 milioni). Nello stesso anno è stata insegnita dell'onoreficenza di Grande Ufficiale al merito della Repubblica dal presidente Carlo Azeglio Ciampi. Nel corso della sua carriera ha inciso più di 1000 brani e ha venduto circa 76 milioni di dischi. Mina è cresciuta a Cremona, città con la quale è in qualche modo identificata da quando la giornalista ed amica Natalia Aspesi coniò per lei il soprannome Tigre di Cremona. Dopo alcuni anni passati in Brianza, il padre Giacomo, detto Mino, e la madre Regina, detta Gina, fanno ritorno a Cremona, loro città natale, quando Mina aveva 3 anni. Poco tempo dopo nasce Alfredo, detto Geronimo a causa del naso aquilino, che morirà in un incidente stradale nel 1965: anch'egli aveva intrapreso la carriera di cantante. Ad infonderle il primo amore per la musica è la nonna Amelia, cantante lirica, che preme perché prenda lezioni di pianoforte, ma lo studio non è fatto per lei.[2]. All'età di tredici anni il padre la iscrive alla prestigiosa Canottieri Baldesio, la società sportiva frequentata dalla buona borghesia cremonese, diventa una discreta nuotatrice, partecipa a diverse gare, in una competizione regionale arriva seconda. Proprio qui, sul bordo della piscina, intorno ai 16 anni, conosce il suo primo fidanzato, Daniele Parolini, un bel ragazzo prestante, terzino della Cremonese. Parolini è poi diventato cronista sportivo al Corriere della Sera.[3] Dopo le medie presso il collegio di suore della Beata Vergine, inizia a frequentare l’Istituto tecnico statale Beltrami, ma la partita doppia non sarà mai la sua passione: studia svogliatamente e all’ultimo anno viene bocciata, non si diplomerà più. Ha altri interessi, ama leggere, in questi anni adolescenziali, soprattutto fantascienza, ma cantare diventa subito la sua passione: si esibisce a scuola per i compagni. Nell'estate del 1958, come ogni anno la famiglia Mazzini va in vacanza al mare a Forte dei Marmi, una sera alla Bussola[4]gli amici la sfidano a salire sul palco: Mina accetta e facendosi dare il microfono da Don Marino Barreto, il cantante di quella sera, si esibisce senza nessun imbarazzo. Il proprietario del locale, Sergio Bernardini, nelle sere successive deve frenare l’entusiasmo di quella ragazza esuberante che vuole continuamente salire sul palco a cantare. Mina è alta (178cm) e bella, piena di entusiasmo e simpatia (che nascondono la profonda timidezza e paura che mai riuscirà a vincere completamente), ha una voce eccezionale e particolare (che ha nutrito con l'ascolto dei "mostri" americani Frank Sinatra, Ella Fitzgerald, Sarah Vaughn) e una gestualità stravagante che si sposa perfettamente col suo travolgente senso del ritmo. In quegli anni a Cremona c’è un gruppo musicale che sta avendo un certo successo, sia nazionale che internazionale, gli "Happy Boys". Il gruppo, fondato nel 1949 da Nino Donzelli , di cui fa parte anche il fratello Renzo, alla chitarra, il pianista Giorgio Levi, il cantante-bassista Giacomo "Micio" Masseroli e il batterista Fausto Coelli, diventa ben presto famoso nelle balere del cremonese e inizia ad essere conosciuto anche a Mantova, Parma, Piacenza. Nel 1954 vengono invitati alla Bacchetta d’oro Pezziol, nota trasmissione radiofonica condotta da Nunzio Filogamo. L’impresario ebreo-egiziano, Davide Matalon nel 1956 li scrittura per delle serate e propone loro una turneé di tre mesi in Turchia. Nel 1958, a diciotto anni, dopo aver assistito alle loro esibizioni, Mina si reca da Renzo Donzelli e si propone come cantante. Il gruppo ha in programma una serie di esibizioni nelle balere della zona e dopo estenuanti prove, Mina fa la prima apparizione con gli Happy Boys il 14 settembre del 1958 a Croce Santo Spirito, una frazione di Castelvetro Piacentino: il nome con cui viene presentata è Mina Georgi, il pubblico è entusiasta. Mina stessa ha ricordato quella primissima volta sul quotidiano La Stampa del 22 settembre 2008: "...una lungagnona col vestito da cocktail sottratto di nascosto alla madre, saliva sul palco traballante di una balera lombarda. Si ricorda che l'abito era blu e bianco. Lucido. Si ricorda che dopo aver cantato la prima canzone, il titolo? no, è troppo, si arrabbiò, perchè la gente applaudiva. «Io canto per me. Cosa c'entrano loro?». Non aveva le idee chiare. O forse era troppo lucida. Si ricorda che alla fine di quella primissima esperienza scappò via perchè i genitori non sapevano...non volevano. A diciott'anni era d'obbligo ubbidire. Ma non l'aveva fatto. E doveva correre subito a rimettere l'abito a posto il più in fretta possibile. Si ricorda che poco dopo, dietro le sue insistenze, il padre aveva convinto la madre: «Tanto, cosa vuoi, durerà qualche settimana questa follia. Lasciamola fare». La lungagnona invece è ancora qui...". Ma il debutto vero e proprio avviene qualche giorno più tardi, il 23 settembre 1958 a Rivarolo del Re: gli Happy Boys devono esibirsi alla serata finale della rassegna insieme ad un duo famosissimo di allora, Natalino Otto e Flo Sandon’s, protagonisti di molti successi e di una partecipazione al Festival di Sanremo. L’esibizione di Mina è entusiasmante a tal punto che il pubblico chiede a gran voce il bis. Tra gli organizzatori, pur soddisfatti, c’è un certo imbarazzo, il bis doveva essere per Natalino Otto e Flo Sandon’s, che vanno via un po’ risentiti. Alcuni anni dopo Flo Sandon’s ospite a Canzonissima ricordò l’episodio a Mina e pubblicamente ammise: «Quella volta tu, Mina, mi hai rovinato la serata». Anche il gruppo è entusiasta di Mina e Nino Donzelli invita il manager Matalon ad assistere all’esibizione successiva prevista a Casteldidone. Davide Matalon, gran patron della Italdisc-Ducale, all’inizio è un po’ titubante ma, convinto dal suo consulente musicale Giulio Libano, che appena ascolta Mina per la prima volta ne è subito entusiasta, le fa incidere quattro canzoni: Be bop a lula e When con l’etichetta Broadway e il nome di Baby Gate; Non partir e Malatia con l’etichetta Italdisc e il nome di Mina. In attesa di capire quale delle due immagini artistiche avrà il maggior successo di pubblico, in questa primissima fase della carriera, Mina e il suo alter ego Baby Gate convivono sul mercato. Per saggiarne le capacità, Matalon la fa partecipare alla Sei giorni della canzone, competizione canora milanese ripresa dalla televisione. Il 1° dicembre 1958, Mina, con il brano Proteggimi, partecipa alla serata inagurale al Teatro Smeraldo: presenta Corrado, ospite d’onore Mike Bongiorno. Arriva terza, è un successo. Matalon offre agli Happy Boys l’occasione di una turneé in Turchia, ma c’è un imprevisto, i genitori di Mina si oppongono, soprattutto il padre, non vuole che la figlia abbandoni la scuola. Anche Fausto Coelli decide di non partire per ragioni familiari. Rimasti a Cremona, Mina e Fausto decidono di fondare un nuovo gruppo, insieme a Lino Pavesi al sax, Memo Fieschi al piano, Ermanno Scolari al contrabbasso ed Enrico Grossi alla chitarra, fondano i Solitari. Il nuovo gruppo debutta l’11 gennaio 1959 nella tavernetta dell’Hotel Continental di Cremona e, forte della popolarità di Mina, riceve subito una serie di richieste dai locali della zona, ma anche fuori provincia, al night club El Maroco di Milano e poi una serie di esibizioni all’Hotel Moresco di Ischia. Nel frattempo i due dischi di Mina editi dalla Italdisc andavano straordinariamente bene, in un’epoca in cui vendere 70.000 copie era un’impresa eccezionale, i due 45 giri superano singolarmente la quota di 100.000. Matalon le fa un contratto di tre anni, fino al 1961 con l’impegno a incidere entro l’anno due 45 giri, ossia 4 canzoni. Come si usava allora, i pezzi da incidere vengono scelti tra le canzoni del Festival di Sanremo di quell’anno. La scelta cade su Nessuno, un tipico brano melodico cantato da Wilma De Angelis. Mina con una verve straordinaria ne stravolge la linearità cantandola in maniera sincopata e in fortissimo. La prima interpretazione pubblica di Nessuno col nuovo arrangiamento avviene al Festival Rock del Palazzo del ghiaccio di Milano. Matalon aveva tentato più volte di far partecipare artisti della sua casa discografica a trasmissioni televisive senza mai riuscirci, con Mina invece arriva tutto facilmente. Debutta in televisione il 1 marzo 1959 nella popolare trasmissione Lascia o raddoppia condotta da Mike Bongiorno con il brano Nessuno. Proprio in quegli anni si andavano affermando dei giovani cantanti (Adriano Celentano, Tony Dallara, Joe Sentieri, ed altri) che proponevano in chiave italiana la nuova musica americana: il rock and roll. La stampa dà loro il nome di urlatori. Mina venne subito associata a questo gruppo. Il 4 aprile 1959 Mina viene chiamata a partecipare ad una puntata de Il Musichiere di Mario Riva dedicata agli urlatori: al centro della scena era stato posto un juke-box dal cui retro uscivano i cantanti, Mina canta Nessuno L'ultimo 45 giri inciso come Baby Gate è Splish splash, presentato il 29 agosto 1959 nel programma Buone vacanze. Successivamente lo pseudonimo verrà abbandonato, visto l'esplodere del fenomeno-Mina. Con Nessuno partecipa anche alla Canzonissima 1959, condotta da Delia Scala, Paolo Panelli e Nino Manfredi: duetta, tra gli altri, con Wilma De Angelis, interprete originale di Nessuno, e successivamente anche con Tonina Torrielli nel brano Tua, presentato al Sanremo di quell'anno da una "scandalosa" Jula De Palma e dalla stessa Torrielli. Mina al Festival di Sanremo nel 1960 Sempre nel 1959 arrivano i primi premi: il Juke Box d'oro e il Microfono d'oro, Mina ha debuttato da appena un anno e ha già collezionato quindici 45 giri. Con Tintarella di luna (1959) Mina raggiunge, invece, per la prima volta la prima posizione in hit-parade (16 gennaio 1960): il brano, divenuto in seguito un vero e proprio simbolo dell'epoca, viene inserito in film come Urlatori alla sbarra e Jukebox, urli d'amore, tra i primi esempi di musicarelli, ai quali partecipò anche Mina (in tutto ne interpretò tredici). Nel 1960 Mina è in gara al Festival di Sanremo 1960: il 28 gennaio 1960 presenta Non sei felice in doppia esecuzione con Betty Curtis; il 29 gennaio 1960 presenta É vero in doppia esecuzione con Teddy Reno: il 30 gennaio si ripresenta con É vero. Non vince, la canzone si classifica al settimo posto, ma per Mina è comunque un successo, per la richiesta dei suoi dischi, la Italdisc è costretta alla pubblicazione di due o tre 45 giri al mese[9]. In seguito esce Il cielo in una stanza, brano scritto da Gino Paoli che diventa il 45 giri più venduto dell'anno: entrerà in classifica anche in Spagna (Cielo en casa) e negli USA (The world we love in raggiunge la #90 di Billboard). Il cielo in una stanza rimarrà in assoluto uno dei suoi massimi successi e può considerarsi una prima evoluzione nella carriera di Mina, che da urlatrice scanzonata (contemporaneamente usciva la famosa Zebra a pois) è in grado di rivelarsi anche interprete matura e raffinata della canzone d'autore. Partecipa come ospite fissa nelle sei puntate del programma tv Sentimentale, dove presenta altri successi come la già citata Una zebra a pois e Briciole di baci. Inoltre ritorna a Canzonissima, dove nel corso della varie puntate propone alcune tra le sue più recenti incisioni (Tintarella di luna, Il cielo in una stanza, Folle banderuola ed È vero, in duetto con Umberto Bindi), unitamente a brani come Na sera 'e Maggio (con cui giunge alla finale), O Sarracino, Ma l'amore no e Violino tzigano (in duetto con Marino Marini); Mina interpreta anche la delicatissima sigla finale Due note. A questo punto Mina è ormai famosa: sue sono le copertine dei giornali, le canzoni alla radio. É la cantante più fotografata, inseguita, richiesta e il tutto in brevissimo tempo. Sono in molti a invidiarle la voce, a lanciare stilettate contro di lei, cattiverie che, se per molti sono solo fastidiose come punture d'insetto, per Mina, sensibile e cristallina di carattere, sono un dramma. I giornalisti sono sempre alla ricerca di qualche scoop che la riguarda e vanno a caccia dei suoi veri o presunti flirt che scandalizzano, tentano di mettere in piedi costruzioni che destabilizzino il suo mito. Gli stessi che l'hanno osannata e spronata quando non era nessuno cercano ora d'infangarla in un continuo gioco d'amore e odio che usualmente s'instaura tra i personaggi e la stampa. E più o meno ci riescono al Festival di Sanremo del 1961, tutti la danno per vincente, la adulano, la rincorrono, ma Mina è provata dall'anno di critiche, dall'essersi dovuta difendere da tutto e tutti. Inoltre dal suo esordio, due anni prima, non ha avuto un attimo di respiro. É stanca e stressata, il 26 gennaio 1961 si esibisce con Io amo tu ami in doppia esecuzione con Nelly Fioravanti, il 27 gennaio 1961 presenta Le mille bolle blu, in doppia esecuzione con jenny Luna, canzone troppo moderna alla quale si aggiunge il gesto con la mano sulla bocca che a molti sembra uno sberleffo. I benpensanti non sono disposti a chiudere un occhio e ancora una volta le scatenano contro una campagna stampa negativa. L'atmosfera si surriscalda quando i giornalisti raccolgono il malcontento e contrappongono a Mina quella che poi diventerà la sua rivale per molto tempo: Milva. Il 28 gennaio 1961 è finalista con entrambe le canzoni. Si classifica al quarto posto con Io amo tu ami e al quinto con Le mille bolle blu. Per Mina è la goccia che fa trabboccare il vaso, pieno di piccole amarezze e ingiustizie. Viene colta da crisi di pianto e afferma di non volere più partecipare a gare canore, Festival di Sanremo compreso. Una promessa sempre mantenuta. Per questa ragazza genuina e spontanea, che ha cominciato a cantare per gioco e ha portato avanti la sua carriera come una festa, è una doccia fredda che la cambierà profondamente.[10] Ma nonostante la rivalità con Milva, la guerra con i giornalisti e un'ibrida classificazione al quinto posto, il mito-Mina non risulta minimamente intaccato, tanto che le Mille bolle blu riscuote un successo straordinario di vendite, ma soprattutti di ascolti (erano gli anni in cui la verifica di un successo si effettuava con la richiesta di quei dischi nei juke-box). Nell'aprile del '61 Mina parte per la Spagna, dove viene accolta al meglio[11]. Mentre, nel mese di maggio, accompagnata dal maestro Bruno Canfora, intraprende un tour in Giappone: infatti, nel paese del sol levante, canzoni come Tintarella di luna e Il cielo in una stanza erano già popolarissime, e anche il musicarello Appuntamento ad Ischia aveva riscosso grande successo nelle sale. Per l'occasione Canfora compose la hit Anata to watashi (Tu ed io), che Mina interpretò in giapponese, insieme ad altri successi: un trionfo.[12] In agosto, invece, debutta a Caracas, dove partecipa al popolarissimo Renny show, sul Canale 2 della tv venezuelana: anche qui riscuote un successo clamoroso.[13] La rentrée di Mina in Italia coincide con la messa in onda del programma tv Studio uno, per la regia di Antonello Falqui: non c'è un vero e proprio conduttore, ma vari personaggi come Don Lurio, il Quartetto Cetra, le Gemelle Kessler, che si avvicendano l'uno con l'altro. Mina si esibisce alternando brani del suo recente repertorio (Anata to watashi, Bum, ahi, che colpo di luna di Lelio Luttazzi, Chi sarà, Sciummo, Moliendo cafè, Cubetti di ghiaccio, Un tale, Giochi d'ombre, ecc...), a fantasie musicali dedicate a un genere ben preciso (come la canzone napoletana) o a un singolo autore (George Gershwin, ad esempio, di cui incide su disco una splendida versione di Summertime, dopo averla accennata in trasmissione). Agli inizi del 1962 Mina è di nuovo in Spagna, dove stavolta appare anche in televisione[14]. Subito dopo si reca a Parigi, dove si esibisce con successo all'Olympia[15]. Inoltre, Gerhard Mendelson, produttore dell'etichetta discografica Polydor, propone a Mina l'incisione di alcuni brani per il mercato tedesco: la cantante accetta inaugurando una felice collaborazione col maestro Werner Scharfenberger. Insieme incidono a Vienna Wenn du an wunder glaubst (versione tedesca de Il cielo in una stanza) e Heißer sand, primo di una lunga serie di brani scritti per lei proprio dal maestro Scharfenberger. Sempre a Vienna, Mina registra un varietà televisivo incentrato su di lei[16]: ad affiancarla, il più popolare cantante tedesco del momento e cioè Peter Kraus, del quale Mina interpreta per l'occasione alcuni brani. Il 12 marzo 1962 Mina appare anche alla tv tedesca nel programma Herzlichst ihr Peter Kraus, dove presenta Heißer sand: sin da subito si sprecano gli elogi per la sua voce, e in soli dieci giorni il disco vende ben 40.000 copie[17], arrivando al primo posto delle chart tedesche. Il 45 giri rimane in classifica per ben trentun settimane, con oltre 1.300.000 copie vendute, diventando in assoluto il singolo più venduto della sua carriera. A tutt'oggi il brano è rimasto abbastanza popolare in Germania, tanto che nel '92 i soldati tedeschi lo scelsero come inno della loro missione in Somalia. L'enorme successo di Heißer sand, porterà alla realizzazione di numerose altre incisioni per il mercato tedesco: infatti, sempre in Germania, entrano in classifica anche Fiesta brasiliana e Tabu (#13, 1962), Capitano (#17, 1963), Mister twist (#33, 1963), Bis zum nächsten Mal (#35, 1963), Ja, die Liebe lebe hoch (#28, 1963) e Fremdes land (#39, 1963). Fiesta brasiliana viene inserita nel film Das haben die Mädchen gern (1962, mai uscito in Italia), sempre con Peter Kraus. Nel frattempo, Mina ritorna al vertice dell'hit-parade italiana con Renato, successo del sudamericano Antonio Cortez. Sul retro del nuovo 45 giri c'è Eclisse twist, colonna sonora del film L'eclisse di Michelangelo Antonioni (che seguì scrupolosamente la realizzazione del brano), interpretato da Monica Vitti, tra gli altri. Contemporaneamente gira Appuntamento in Riviera, musicarello sulla falsariga del precedente Appuntamento ad Ischia, che riesce a ripeterne il grande successo. Inoltre vanno in onda i caroselli registrati per l'Industria Italiana della Birra, in cui Mina interpreta alcune celebri soubrette: Marylin Monroe, Rita Hayworth, Judy Garland, Josephine Baker, Anna Magnani, ecc... Nel maggio del '62 Mina debutta a Buenos Aires, suscitando per l'ennesima volta clamore ed entusiasmo, mentre nel mese di luglio, da un referendum svoltosi tra gli appassionati di musica leggera in Germania, Austria e Svizzera tedesca, Mina risulta la cantante più popolare[18]; certamente è la cantante più pagata del momento, in Europa[19]. Il 5 agosto 1962 partecipa al programma di Antonello Falqui Eva ed io, dove propone il nuovo 45 giri Chihuahua. La sua relazione, già molto chiacchierata, con un uomo sposato, l'attore Corrado Pani, porta alla nascita, il 18 aprile 1963, del figlio Massimiliano, chiamato familiarmente Paciuchino. Questa maternità le causa la grottesca "quarantena" da parte della Televisione di Stato, mente la stampa più bigotta la accusa a la addita come peccatrice pubblica. Niente riesce però a rovinare la felicità di Mina che ha voluto questo figlio "illegale". E la maggior parte del pubblico dimostra comunque di amarla quando fa il suo rientro alla Bussola, in agosto, con alcune serate di enorme successo.[20] Durante tutto il 1963, la cantante appare solamente sui caroselli dell'Industria Italiana della Birra, girati alla fine del 1962, e messi in onda da aprile ad agosto. Nove anni dopo, Mina ricorderà questo periodo in un'intervista su Playboy:«Il massimo è stata una foto su "Epoca" dove io ridevo con Corrado con il mio pancione, tranquilla, e sotto scritto "Cosa avrà da ridere?", guarda che è il massimo, me la ricorderò tutta la vita una cosa del genere. Per cui capisci tu l'atteggiamento della stampa: me ne hanno tirato addoso delle badilate e la gente non si è lasciata condizionare da questo fatto, l'ha superato.» Oltre alla mera nota biografica, la vicenda di Mina ha rappresentato una vera e propria evoluzione nel costume italiano: di fatto il pubblico non mancò di esprimere la sua solidarietà, aspettando il suo ritorno sulle scene. Ancora Mina, su Playboy: «...mai vista una serie così di regali da tutta Italia, di lettere, "stai tranquilla", per la strada mi dicevano, "non ti devi preoccupare".» Dopo il successo estivo di Stessa spiaggia stesso mare, si conclude il contratto con la Italdisc e Mina firma per la Ri-Fi, fino ad allora media etichetta discografica, nonchè l'unica a darle fiducia in questo periodo di ostracismo. Alla fine del 1963, Mina incide Città vuota, una delle sue canzoni più belle, pubblicata su disco tris assieme a È inutile e Valentino vale: il 45 giri scala immediatamente la hit-parade, arrivando addirittura alla #1 nell'aprile dell'anno successivo. Mina e Johnny Dorelli durante la trasmissione "Johnny" del 1964 1964: Mina ritorna in televisione [modifica] Il 10 gennaio 1964 Mina ritorna ufficialmente in televisione nel programma di Mike Bongiorno La fiera dei sogni, dove presenta Città vuota ed È inutile. Tre mesi dopo partecipa nuovamente al programma, lanciando È l'uomo per me, con cui riconferma la sua leadership in hit-parade. Il 2 maggio la RAI manda in onda Alla ribalta 2 - Speciale per Mina, dove la cantante propone Prendi una matita, Munasterio 'e Santa Chiara e il nuovo successo È l'uomo per me. Poi esegue una fantasia di successi di Gigliola Cinquetti, Rita Pavone e Ornella Vanoni, le colleghe più popolari del momento. Inoltre si esibisce ne L'elisir d'amore, celebre romanza della Tosca. Allo show parteciparono ospiti come Adriano Celentano, Johnny Dorelli, Gorni Kramer, Lelio Luttazzi, Ugo Tognazzi, e altri. Alla fine del mese esce il nuovo 45 giri Un buco nella sabbia, un brano a tematica balneare, che ricalca lo stile della Mina prima maniera e che ottiene uno straordinario successo in Giappone: Suna ni kieta namida, la versione in lingua, giungerà al primo posto in classifica. Alla fine dell'anno Mina verrà eletta migliore artista internazionale proprio in Giappone. Un buco nella sabbia viene cantato dal vivo assieme a È l'uomo per me nel programma di fine estate Teatro 10, diretto da Antonello Falqui e con Lelio Luttazzi. I forti applausi del Teatro delle Vittorie dimostrano l'affetto e il sostegno del pubblico nei confronti di Mina, ormai definitivamente "riesplosa" dopo lo scandalo. La cantante si esibisce al pianoforte con Luttazzi, in una fantasia di successi scritti proprio dal musicista triestino: alcuni come Bum, ahi che colpo di luna, Sentimentale e Una zebra a pois, erano stati portati al successo dalla Mina di qualche anno prima. Esce il primo album per la Ri-Fi, intitolato Mina e quasi interamente composto da cover: gli unici due brani in italiano sono E se domani e Non illuderti. E se domani era stato presentato da Fausto Cigliano e Gene Pitney al Festival di Sanremo di quell'anno, ma senza arrivare in finale; Carlo Alberto Rossi, autore ed editore del brano, convince Mina a recuperarlo e inserirlo nel suo album, di cui rimarrà uno dei momenti migliori in assoluto. L'album Mina viene, fra l'altro, eletto il migliore dell'anno dalla critica specializzata, riconoscimento che valse alla cantante l'Oscar del disco '64. Visto il successo di E se domani, il brano viene ricantato e proposto come retro di ben due singoli: Un anno d'amore, uscito alla fine del '64, e Brava (1965). Il 45 giri Un anno d'amore costituisce il suo personale record di permanenza in classifica con sedici settimane consecutive alla #1 dell'hit-parade: successo probabilmente dovuto all'accoppiata su un unico supporto di due delle sue canzoni più belle in assoluto. In settembre esce l'ennesimo 45 giri di successo, che comprende le canzoni Io sono quel che sono e Tu farai, presentate nel programma tv Il macchiettaro. Nel 1965 Falqui riporta Mina in tv come ospite fissa di Studio uno. La formula è più o meno la stessa: in ogni puntata Mina esegue brani del suo repertorio (ad esempio Brava, un divertissment costruito dal maestro Bruno Canfora, sulle sue strabilianti possibilità vocali) e fantasie musicali a tema, per esempio sull'ultimo Festival di Sanremo, di cui incide su 45 giri Se piangi, se ridi di Bobby Solo (canzone vincitrice). Nella rubrica L'uomo per me, Mina ospita Nino Manfredi, Vittorio Gassmann, Totò, Walter Chiari, Amedeo Nazzari, Marcello Mastroianni, Ugo Tognazzi, Enrico Maria Salerno, Peppino De Filippo, Adriano Celentano, Rossano Brazzi, duettando e interpretando sketch memorabili, perennemente riproposti dalla RAI. Al termine del programma, il cast al completo (Luciano Salce, le Gemelle Kessler, Paolo Panelli, Milly e Mina) propone una fantasia musicale abbinata a un quiz settimanale; la sigla finale cantata da Mina è Soli, di Antonio Amurri e del maestro Bruno Canfora, direttore d'orchestra di questa e delle successive edizoni del programma. Viene pubblicato l'album Studio uno, praticamente una raccolta dei suoi singoli di maggior successo nel biennio 1964/'65 (eccetto il successivo Ora o mai più): l'LP risulterà il più venduto dell'anno. Inoltre, a partire da quest'anno, la cantante inizia a girare numerosi caroselli per la Barilla, diretta da registi come Piero Gherardi e Valerio Zurlini: gli spot realizzati saranno in tutto una sessantina e verranno girati fino alla fine del 1970. Molti anni dopo verrano riproposti in VHS e DVD, dati l'immutato interesse per il personaggio, la bellezza dei costumi, delle location e delle canzoni presentate. A luglio del '65 partecipa alla Mostra Internazionale di Musica Leggera di Venezia con la sua canzone per l'estate, L'ultima occasione, già cantata senza successo da Tony Del Monaco e in seguito ripresa addirittura da Tom Jones. In autunno partecipa a due puntate de La prova del nove, dove fra l'altro ripropone il successo Due note riarrangiato dal maestro Gianni Ferrio. La sigla finale de La prova del nove è la già citata Ora o mai più, ennesimo 45 giri che scala i vertici dell'hit-parade: verrà incluso anche come brano d'apertura nella raccolta Mina & Gaber: un'ora con loro, realizzata dalla Ri-Fi, con le incisioni più recenti dei due amici, all'epoca compagni di scuderia. Mina a Studio Uno nel 1965 compare per la prima volta senza sopracciglie Il 1966 si apre con la pubblicazione di un 45 giri che comprende due delle canzoni partecipanti a Sanremo di quell'anno: Una casa in cima al mondo (presentata da Pino Donaggio e Claudio Villa) e Se tu non fossi qui (di Carlo Alberto Rossi e della moglie Marisa Terzi, presentata da Peppino Gagliardi e Pat Boone). Come ormai d'abitudine, Mina recupera i brani festivalieri che le sembrano più adatti, facendone due suoi successi personali. Dopo il successo dell'anno precedente, Mina viene riconfermata come ospite fissa a Studio uno '66. La trasmissione viene però divisa in quattro cicli da cinque puntate ciascuna e ogni ciclo comprende una primadonna diversa: nei primi tre ci sono rispettivamente Sandra Milo, Ornella Vanoni e Rita Pavone; nell'ultimo ciclo, quello di maggior successo, la prima donna è Mina. In ogni puntata Mina ha un ospite d'onore, con cui duetta (Gilbert Bécaud, Romolo Valli) o fa loro da spalla (Paolo Panelli, Totò, Alberto Sordi). Ritornano le fantasie musicali, che quest'anno sono dedicate a Giovanni D'Anzi, Carlo Alberto Rossi, Gorni Kramer, Armando Trovajoli, e Bruno Canfora. Anche in questa nuova edizione di Studio uno, Mina lancia le sue più recenti incisioni: nella prima puntata si presenta con Sono qui per te, scritta da Lina Wertmuller (co-autrice del programma), e prosegue con la celeberrima Se telefonando, scritta da Ennio Morricone su testo di Maurizio Costanzo e Ghigo De Chiara. Stranamente Se telefonando si ferma all'ottavo posto in classifica (dove comunque rimarrà per venti settimane), per poi diventare nel tempo una delle canzoni italiane più note e più belle in assoluto. Nella seconda puntata Mina presenta Ta-ra-ta-ta, mentre nell'ultima (all'interno dello spazio dedicato ad Alberto Sordi) canta la famosa Breve amore (You never told me), colonna sonora scritta da Piero Piccioni e dallo stesso Sordi per il film Fumo di Londra. Lo sketch di Sordi con Mina a Studio Uno '66 è uno dei più replicati della trasmissione nel corso degli anni, assieme a quelli con Totò, che fu ospite in entrambe le edizioni. Il singolo contenente Ta-ra-ta-ta e Breve amore diverrà il 45 giri di Mina più venduto del 1966. La sigla finale del programma è Mai così, scritta da Lina Wertmuller e dal maestro Canfora: in realtà doveva essere pubblicata su 45 giri al posto di Breve amore. Mai così verrà inserita, in una versione differente, nell'album Studio uno 66, altra raccolta di singoli del periodo. In estate ritira a Venezia la Gondola d'oro per le vendite dell'anno precedente. Esce l'album Mina 2, che per scelta del repertorio e stile interpretativo, rimanda al precedente Mina: due lavori di grande spessore. In settembre Mina lancia un altro dei suoi classici: Sono come tu mi vuoi, sigla del programma radiofonico Gran varietà (alla prima edizione), condotto da Johnny Dorelli con la partecipazione della stessa Mina. Quarant'anni dopo, Sono come tu mi vuoi conoscerà una seconda giovinezza nella versione di Irene Grandi. Mi sei scoppiato dentro il cuore, altro brano scritto da Lina Wertmuller e Bruno Canfora, fu presentato a Studio uno, ma uscì come singolo solamente nel mese di dicembre. Mina e Lola Falana a Sabato Sera nel 1967 Nel febbraio 1967 esce un altro 45 giri con due canzoni in gara all'ultima (discussa) edizione del Festival di Sanremo: sul lato A L'immensità, grande successo di Don Backy e Johnny Dorelli, e sul lato B Canta ragazzina, sfortunato brano cantato da Bobby Solo e Connie Francis, recentemente riproposto come colonna sonora del film Il seme della discordia (2008), su autorizzazione della stessa Mina. In aprile inizia Sabato sera, edizione 1967 del fortunato Studio uno, diretto da Antonello Falqui: quest'anno Mina è l'unica padrona di casa, affiancata di volta in volta a un diverso co-conduttore ospite della trasmissione. Gli ospiti fissi del programma sono Lola Falana, Rocky Roberts e Franca Valeri. Di puntata in puntata, invece, si susseguono, tra gli altri, anche Johnny Dorelli, Armando Trovajoli, Paolo Panelli, Bice Valori, Renato Rascel, Rita Pavone, Giancarlo Giannini, Adriano Celentano, Sandra Milo, Giorgio Albertazzi. Tante le canzoni presentate:, alcune appena pubblicate (L'immensità, La banda di Chico Buarque de Hollanda, Se c'è una cosa che mi fa impazzire, Se tornasse caso mai, Sabati e domeniche, la sigla finale Conversazione, ecc...), altre nei molti numeri musicali proposti con i vari ospiti. Da segnalare la sua prima interpretazione de La musica è finita, di Umberto Bindi e Ornella Vanoni (incisa da Mina l'anno successivo), Michelle dei Beatles con un arrangiamento d'arpe, e la sua Addio (1965), proposta in una versione orchestrale registrata al Teatro Regio di Parma. Infatti una delle differenze sostanziali rispetto alle precedenti edizioni (oltre al cast, la scenografia e l'esecuzione dei brani) è proprio l'ambientazione (esterna) di alcuni momenti pre-registrati del programma. Storico lo sketch in cui Mina invita i quattro presentatori più popolari della tv di allora, Mike Bongiorno, Corrado, Enzo Tortora e Pippo Baudo a cantare con lei una parodia del brano Quando dico che ti amo. Come di consueto, la Ri-Fi pubblica un nuovo lp intitolato Sabato sera - Studio uno '67, in cui confluiscono le sue più recenti incisioni su 45 giri, unitamente ad altri inediti incisi appositamente per l'album. La banda, grande successo dell'estate 1967, è l'ultimo singolo ufficiale inciso per la Ri-Fi. Stanca di discutere il proprio repertorio e di subire continuamente le pressioni dei discografici, che la vorrebbero ogni anno al Festival di Sanremo, il 1° dicembre 1967 Mina apre a Lugano la PDU, unica casa discografica per la quale da allora ha inciso, cambiando solo la distribuzione. Il primo disco pubblicato dalla PDU è un 45 giri comprendente sul lato A il brano Trenodia, rilettura del famoso Concerto di Aranjuez di Joaquim Rodrigo su testo di Giorgio Calabrese, e sul lato B I discorsi, testo firmato dalla stessa Mina su musica di Augusto Martelli, nuovo arrangiatore e compagno della cantante, dopo la fine della relazione con Corrado Pani. In tre giorni il disco vende 25.000 copie e viene subito ritirato dal mercato, poichè Joaquim Rodrigo non approva il lavoro di Martelli su Trenodia, vale a dire su Concerto di Aranjuez: stessa sorte capiterà alle altre rivisitazioni del brano che in quel periodo erano state pubblicate da Richard Anthony e Fabrizio De Andrè, mentre quella di Dalida (Aranjuez la tua voce) fu risparmiata dall'autore. Il 45 giri viene allora ristampato mantenendo invariato il lato B I discorsi (scelta come sigla dei nuovi appuntamenti radiofonici con la cantante, i famosi Pomeriggi con Mina) e inserendo una nuova facciata A, La canzone di Marinella dell'allora sconosciuto Fabrizio De Andrè, che in seguito scriverà: «Se una voce miracolosa non avesse interpretato nel 1967 La canzone di Marinella, con tutta probabilità avrei terminato gli studi in legge per dedicarmi all'avvocatura. Ringrazio Mina per aver truccato le carte a mio favore e soprattutto a vantaggio dei miei virtuali assistiti». I discorsi e La canzone di Marinella confluiscono anche nel primo lp edito dalla PDU e intitolato Dedicato a mio padre, anche perchè la nuova etichetta era stata fondata da Mina proprio insieme al padre Giacomo. L'album comprende classici come Johnny guitar, Besame mucho, That old feelin', The man that got away, eccetera, tratti dal repertorio americano e sudamericano, come negli album Mina (1964) e Mina 2 (1966). Mina con la minigonna nel 1970 Successivamente incide su 45 giri due canzoni presentate a Sanremo'68: sul lato A c'è Canzone per te, brano vincitore di Sergio Endrigo, cantato dall'autore e da Roberto Carlos nella doppia versione; sul lato B troviamo Che vale per me di Carlo Alberto Rossi e della moglie Marisa Terzi (già autori di Se tu non fossi qui, incisa due anni prima dalla Tigre), eliminata dalla gara nelle versioni di Eartha Kitt e Peppino Gagliardi. Le due canzoni verrano incise anche in spagnolo, all'interno del primo 45 giri esportato in Spagna dalla PDU (Canciòn para ti / De que servirà). Nel frattempo la Ri-Fi continua a sfruttare materiale d'archivio: nel settembre 1967, a contratto già scaduto, l'etichetta milanese pubblica il 45 giri con gli inediti Tu non mi lascerai e Cartoline, incisi alcuni mesi prima (in realtà Cartoline era stata presentata dalla cantante in un carosello per la Barilla). Altro inedito Ri-Fi è Nel fondo del mio cuore: si tratta della seconda cover di Alberto Cortez nel repertorio della cantante, a cinque anni di distanza da Renato (1962), su testo italiano della stessa Mina: il brano viene pubblicata per la prima volta all'interno della raccolta 4 anni di successi, edita poco prima del periodo natalizio a fine 1967, anticipando quasi in contropiede l'uscita dell'album Dedicato a mio padre. Nel fondo del mio cuore uscirà su singolo nel febbraio 1968, ottenendo un discreto successo di vendite. Fino al 1969, la Ri-Fi continuerà a pubblicare altri 45 giri, spesso utilizzando brani precedentemente apparsi solo su album. In sostanza, si ripete quanto era già accaduto con la Italdisc, che dal 1964 al 1968 immette sul mercato una serie di 33 (20 successi di Mina, Mina n. 7, Mina interpretata da Mina, ecc...) e 45 giri (A volte, Rhapsodie, Il cielo in una stanza, Young at love, Due note, ecc...), utilizzando materiale d'archivio edito e non, spesso per sfruttare di volta in volta le varie ondate di visibilità della cantante. Per festeggiare i dieci anni di carriera, il 14 aprile (giorno di Pasqua), Mina registra il suo primo album live alla Bussola di Marina di Pietrasanta: il locale in cui esordì, è indissolubilmente legato alla cantante, che negli anni vi si esibisce riscuotendo sempre le maggiori attenzioni da parte di pubblico e stampa, diventandone infine una vera e propria esclusiva, ospite fissa per intere stagioni dove si registra il tutto esaurito. Il progetto legato all'album Mina alla Bussola dal vivo (che risulterà il più venduto dell'anno), comprendeva anche una ripresa video a colori che non risultò valida sul piano tecnico, così come gran parte delle registrazioni audio, il chè determinò il completamento dell'album con brani in realtà incisi in studio. Ad ogni modo è da apprezzare lo sforzo particolarmente ambizioso, intento a celebrare dieci anni di straordinario, immutato successo (all'epoca nessun artista era mai rimasto sulla cresta dell'onda per così tanti anni). Mina e Lelio Luttazzi a Ieri e oggi del 1969 Fra la primavera e l'estate del '68 escono, editi dalla PDU, i singoli Un colpo al cuore / Allegria e Regolarmente / Fantasia: Mina è alla ricerca di un brano che possa riportarla nelle primissime posizioni della hit-parade, cosa che per il momento sembra non accadere malgrado la massiccia promozione televisiva. Nel mese di giugno esce Le più belle canzoni italiane interpretate da Mina, un allegato in omaggio agli abbonati delle riviste Amica, La domenica del corriere e Tribuna illustrata: le dodici canzoni comprese nell'album erano state scelte dai lettori delle tre riviste, che dovevano indicare quali canzoni avrebbe dovuto incidere Mina, da una rosa di ottanta canzoni, fra le più belle della musica leggera italiana. Oggi l'lp è uno dei più ricercati in assoluto dai collezionisti. Fra le riletture più famose di quest'album, vi è sicuramente La voce del silenzio, altra canzone recuperata da Sanremo '68 (era stata presentata da Tony Del Monaco e Dionne Warwick), divenuta del tempo uno dei grandi classici della musica italiana, grazie all'interpretazione di Mina. La voce del silenzio è la prima canzone incisa da Mina, ad essere stata firmata da Paolo Limiti, amico e autore di fiducia della cantante, a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta. Nel mese di luglio, partecipa per la prima volta a Senza Rete, programma registrato all'Auditorium RAI di Napoli, in cui Mina canta una selezione dei suoi grandi successi, unitamente ad altri brani da lei recentemente incisi (Cry, Se stasera sono qui, Deborah, Un colpo al cuore). Inoltre esegue Amore, amore, amore, amore accompagnata da Piero Piccioni al pianoforte, e duetta in Goganga con Giorgio Gaber. Il 28 settembre inizia Canzonissima, che Mina conduce con Paolo Panelli e Walter Chiari: il 21 dicembre la sigla finale del programma, Vorrei che fosse amore (composta ancora da Bruno Canfora), riporta la cantante nelle zone alte della hit-parade, dopo gli esiti lusinghieri, ma non esaltanti dei singoli Zum zum zum (famosissima sigla di quella Canzonissima), Quand'ero piccola (colonna sonora del poliziesco A qualsiasi prezzo, di Emilio P. Miraglia) e Né come, né perché. Esce anche l'lp Canzonissima '68, con tutti i brani lanciati da Mina nel corso della trasmissione, e altre sue recenti incisioni su 45 giri. Vorrei che fosse amore viene esportata dalla PDU anche in Spagna e in Francia, paesi dove Mina è ospite in trasmissioni televisive di punta. In Francia, Vorrei che fosse amore diventa Sì, pubblicata su 45 giri assieme a Moi, je te regarde (Io innamorata). Esiste anche una versione inglese di Vorrei che fosse amore intitolata More than strangers. Mina a Chissà chi lo sa? nel 1969 Mina durante la registrazione del programma Cabaret in onda alla Televisione della Svizzera italiana nel 1970 Nel 1969, Mina pubblica l'ultimo 45 giri "sanremese" della sua discografia (Ma che freddo fa / Un'ora fa). Nel mese di marzo esce l'lp I discorsi, versione commercializzabile del precedente Le più belle canzoni italiane interpretate da Mina, che non era uscito nei negozi poichè legato ad un concorso per i lettori delle riviste Rusconi. Rispetto al precedente album, I discorsi annovera due brani (La canzone di Marinella e la stessa I discorsi) in sostituzione di E se domani e La musica è finita, quest'ultima rimasta inspiegabilmente fuori catalogo per ben trentasei anni. Il 45 giri primaverile comprende sul lato A Non credere (rifiutata, tra gli altri, da Iva Zanicchi) e sul lato B Dai dai domani (la brasiliana A praça di Carlos Imperial, tradotta in italiano da Paolo Limiti). Non credere, che da subito piacque moltissimo a Mina, fu promosso in moltissime trasmissioni radiofoniche e televisive (A che gioco giochiamo, Doppia coppia, È domenica ma senza impegno, Ieri e oggi, ecc..., ogni volta con una pettinatura differente). Nel mese di giugno, Mina registra una seconda puntata di Senza Rete, dov'è affiancata ancora una volta da Giorgio Gaber (che l'accompagnerà anche in tournée) e dove presenta i due brani dell'ultimo 45 giri, dinnanzi all'entusiasmo generale della platea. Non credere rimarrà per tutta la stagione estiva ai vertici dell'hit-parade, rivelandosi uno dei grandissimi successi dell'anno (3° posto tra i singoli più venduti), nonchè il primo vero exploit commerciale della PDU. Nel mese di luglio esce Mina for you, album in inglese prodotto da James Nebb: cinque dei dodici brani erano già comparsi su Dedicato a mio padre, mentre gli altri vengono pubblicati per la prima volta in Italia su quest'album, che è strettamente legato ai due lp Mina e More than strangers, già prodotti dallo stesso James Nebb per il mercato anglo-sassone. Nebb è anche autore dell'evergreen No arms can ever hold you (in Italia Nessuno al mondo), che Mina interpreta per l'occasione in versione originale. Augusto Martelli, arrangiatore dell'album, si firma con lo pseudonimo Bob Mitchell. Successivamente esce la raccolta Incontro con Mina, che attinge soprattutto dall'lp I discorsi e dalla produzione a 45 giri del 1968. Nel mese di novembre escono su singolo Un'ombra e I problemi del cuore: entrambe le canzoni vengono inserite (in una versione differente) anche nel nuovo lp Bugiardo più che mai... più incosciente che mai..., edito sempre alla fine dell'anno. Il titolo rimanda al brano principale dell'album, Bugiardo e incosciente, cover de La tieta di Juan Manuel Serrat, tradotta da Paolo Limiti: si tratta di una delle più importanti incisioni di Mina, che da questo momento in poi progredisce in modo lampante nel modo di interpretare le canzoni, grazie anche ad un timbro vocale sempre più denso e al caratteristico vibrato. Mina si diverte a fare da valletta a Paolo Limiti nel programma "Il calderone" in onda alla Televisione della Svizzera italiana nel 1970 Il 1970 è l'anno del "colpo di scena". Conosce un giornalista del quotidiano Il Messaggero, Virgilio Crocco, e subito lo sposa (il 25 febbraio). L'11 novembre nasce la figlia Benedetta.[22] I successi Grande grande grande (1971) ed E poi... (1973) mostrano una Mina in splendida forma, languida, sensuale, accattivante, tanto da essere la principale musa ispiratrice del celeberrimo duo di compositori Mogol/Lucio Battisti, che le affidarono la trilogia di successi Insieme (1970), Io e te da soli e Amor mio (1971). Sempre alla fine degli anni Sessanta arrivano anche le richieste da parte di Frank Sinatra per una collaborazione con Mina, che ne sancirebbe il definitivo lancio nello show business statunitense, lancio mai avvenuto per rinuncia della stessa cantante, che ebbe un esaurimento nervoso. Nel 1972 è di nuovo protagonista di Teatro 10 con Alberto Lupo, con cui cantala sigla finale Parole parole. D'estate, ancora alla Bussola di Bernardini, tiene una serie di concerti dal vivo che diventano poi disco e "special" televisivo. A fine anno esce il primo doppio album, Mina 1+1 (con Dalla Bussola e Altro), che diventerà una consuetudine per diversi anni.[23] Mina e Giorgio Gaber a Teatro 10 nel 1972 Nel 1973 la colpisce un'altra tragedia: muore in un incidente il marito Virgilio Crocco, da cui si era però separata. Fa un'unica apparizione televisiva in "Hai visto mai?". Ma ormai Mina si fa sempre più restia ad apparire in pubblico, infatti il 1974 è l'anno del suo ultimo show televisivo, "Milleluci", che la vede insieme a Raffaella Carrà. Sua è la sigla finale Non gioco più (un ironico avvertimento?). L'addio televisivo è in grande stile, infatti "Milleluci" può essere definito l'ultimo grande show della Televisione italiana. Il ritiro in video sembra definitivo, anche se la radio la vede ancora partecipare a "Gran Varietà".[24] Mina sembra sempre più interessata al ruolo di madre piuttosto che a quello di donna di spettacolo. Nel 1977 gira gli ultimi "Caroselli" per la "Tassoni"; nel 1978 inizia in radio "Incontri musicali del mio tipo", con cadenza quindicinnale. Mantiene stabile l'attività discografica col doppio album di fine anno, un 45 giri ogni estate e un Del mio meglio ogni due anni. Intanto proliferano le ristampe economiche dei suoi vecchi successi. Nell'estate del 1978, dopo ben sei anni di assenza dai concerti, Mina torna improvvisamente a cantare nella tenda di "Bussola Domani", sempre di Sergio Bernardini, che è riuscito a convincerla a quello che viene salutato dal pubblico e stampa come il trionfo di una Grande. Purtroppo le serate vengono interrotte, dopo 13 "esauriti" (e prima che la RAI avesse fatto le riprese), perchè Mina si ammala. Di questi concerti rimangono stupende fotografie che la vedono sudare, soffrire, ridere, esaltarsi, in mezzo ad un pubblico in completo delirio accorso da ogni parte d'Italia, e il disco doppio Mina Live '78, che rimane la pietra miliare della sua discografia. Bionda, grassa, imponente, con la voce al meglio delle sue possibilità, una carica umana e un calore prorompenti: questa è l'ultima immagine di Mina cantante. Da allora rimane oggetto delle più demenziali illazioni, che troppo spesso sfiorano la calunnia, offerte dai giornali rosa, intenti a inseguire la sua vita privata, nel tentativo di mortificare una carriera che non ha eguali nella storia della musica leggera.[25] Mina a Teatro 10 nel 1972 Mina e Nilla Pizzi a Milleluci nel 1974 Anche dopo il ritiro dalle scene, molte sue canzoni diventano grandi successi, tra cui si ricordano Anche un uomo (1979), sigla del Rischiatutto; Morirò per te (che nel 1982 riesce ad entrare addirittura tra i primi 100 singoli della classifica dance americana di Billboard); Rose su rose, scritta dal figlio (1984); Questione di feeling (1985), duetto con Riccardo Cocciante; Via di qua (1986), duetto con Fausto Leali; Neve (1992), che innaugura la collaborazione con gli Audio 2; Volami nel cuore (1996), nonché tutto il disco Mina Celentano, realizzato nel 1998 col suo storico collega "molleggiato" Adriano Celentano; fino alle più recenti Oggi sono io (2001, cover di Alex Britti), Portati via (2005) e Mogol-Battisti (2006). Dal 1979 al 1995 Mina pubblica un doppio disco all'anno, alternando cover e brani inediti. Nel 1996 Mina dedica - con un significativo gesto d'amore - un singolo album discografico alla sua città d'adozione: Cremona. Da questo momento la sua produzione si diversifica alternando album di brani inediti a monografie dedicate a generi musicali (Napoli, musica sacra) o autori celebri (Beatles, Frank Sinatra, Domenico Modugno, Renato Zero). Intanto, chiude la lunga collaborazione artistica con Tallarini e per le copertina si affida a Mauro Balletti. Stabilitasi definitivamente a Lugano (dove si era trasferita alla fine degli anni Sessanta), chiede, ottenendola il 10 dicembre 1990, la cittadinanza elvetica. Nel 2001 la cantante torna a sorpresa sulle scene, ma solo attraverso Internet, sul portale Wind, dove vengono trasmesse le riprese di alcune sessioni di registrazione. Dalle riprese verrà tratto il DVD Mina in studio. L'evento, con un record di 15 milioni di contatti, è stato fra i più seguiti di tutti i tempi in Italia. Il 1° Giugno 2001 viene insegnita dell'onoreficenza di Grande Ufficiale al merito della Repubblica dal presidente Carlo Azeglio Ciampi. Negli ultimi anni ha iniziato a collaborare con quotidiani e riviste in veste di opinionista. Scrive settimanalmente un articolo in prima pagina per La Stampa e tiene una rubrica sul settimanale Vanity Fair, in cui risponde alle numerose lettere dei suoi fan. Mina nei Caroselli Tassoni nel 1975 Nel 2004 esce The Platinum Collection, tripla raccolta di successi che supera le 600.000 copie vendute, comparendo regolarmente in classifica anche nei tre anni successivi. Il 31 gennaio 2005 (ma era già pronto per dicembre 2004), esce Bula Bula, con due singoli di successo (Vai e vai e vai e Portati via), e la ghost-track Fever, sigla di apertura della trasmissione sportiva Quelli che il calcio. Nello stesso anno esce anche un tributo a Frank Sinatra intitolato L'allieva. Il 10 gennaio 2006 si sposa con il cardiochirurgo Eugenio Quaini, con il quale conviveva da ormai venticinque anni. La cerimonia si è svolta in gran segreto a Lugano. Lo ha reso noto la stessa Mina in un suo articolo pubblicato su Vanity Fair. Nel 2006 pubblica l'album di inediti Bau, anticipato dal singolo Mogol-Battisti (rendendo omaggio alla mitica coppia della musica italiana), cantato in duetto con Andrea Mingardi, il quale è anche autore di numerose canzoni del disco. Nel 2007 duetta con Miguel Bosè rivisitando in lingua spagnola una delle sue canzoni più famose: Acqua e sale (Agua y sal), precedentemente cantata con Adriano Celentano. Il 21 settembre 2007 esce l'album Todavía, che contiene 14 tracce, 12 delle quali sono versioni in lingua spagnola di alcuni dei suoi singoli più recenti, eccetto le storiche Parole parole e Un año de amor: il disco debutta direttamente alla #1 della classifica degli album più venduti. A novembre dello stesso anno, esce anche un duetto con Giorgia in Poche parole, brano contenuto all'interno di Stonata, album della cantante romana. Il 24 giugno 2008, La Repubblica riporta la notizia che Mina e Ornella Vanoni incideranno insieme un brano inedito, che successivamente risulterà essere scritto da Andrea Mingardi: Amiche mai Per i cinquant'anni di carriera, la RAI realizza una collana di 10 DVD (Mina - Gli anni Rai) col meglio delle sue apparizioni televisive, dagli esordi al 1978.  
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