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Il Restauro dei nastri analogici
cassette di vario tipo e bobine
Cenni storici La tecnologia di registrazione su nastro magnetico inizia con la remota invenzione del "filo di acciaio di Paulsen"(1889), che resterà il metodo tecnico più diffuso fino ai primi anni '50, quando il magnetofono dell’AEG, seppur brevettato già dal 1935il primo divenne lo standard di memoria magnetica. Il magnetofono si avvaleva di un nastro, normalmente di materiale plastico, ricoperto e impregnato di una sostanza magnetizzabile. Inizialmente la registrazione era solo monofonica con velocità di scorrimento del nastro di 76 cm/s, che successivamente venne ridotta a 38 cm/s, 19 cm/s e ancora meno. Più tardi il nastro fu suddiviso in due tracce per la stereofonia e poi, con l’avvento dei registratori multitracce, giunse ad una altezza massima di due pollici (50.4mm) per sedici tracce. Ma il numero di tracce non è sempre proporzionale all’altezza del nastro. Ci sono infatti registratori a quattro tracce su nastri da un quarto, da mezzoe da un pollice. La registrazione, inoltre, può seguire diversi tipi di equalizzazione (CCIR europea o NAB americana) o può essere codificata (ad esempio con la tecnica Dolby o dBx) per ridurre il rumore di fondo.

I formati di nastro più utilizzati sono (per pollici di utilizzo)
2 Open reel Professionale
1 Open reel Professionale
½ Cassetta Professionale
¼ Open reel Professionale
¼ Open reel Semi-professionale
¼ Cassetta Cartucce stereo 8
¼ Cassetta Elcaset
¼ Cassetta
Compact cassette Le cause di degrado dei nastri magnetici
Un nastro magnetico si compone in generale di tre strati: un rivestimento superiore, in cui le particelle magnetiche vengono miscelate assieme ad altri elementi in un legante, un substrato intermedio, e un rivestimento inferiore nel quale delle particelle di carbonio vengono a loro volta distribuite in un legante. Se il legante, in seguito alla perdita di coesione o di lubrificazione, perde la sua integrità, il nastro può divenire inutilizzabile.I leganti polimerici sono soggetti ad un processo chimico noto con il nome di idrolisi, che porta fino alla rottura dovuta alla comparsa di acqua nelle molecole. Inoltre con il passare del tempo la quantità di lubrificante presente nel nastro tende a diminuire a causa dello sfregamento con la testina di lettura/scrittura. L'unico modo per scongiurare questi fenomeni di degrado è preservare i nastri magnetici in un ambiente pulito e controllato. Il restauro
Ogni nastro viene dapprima esaminato e testato fisicamente, se molto sporco e/o fragile, viene trattato con un liquido lubrificante. Sarà poi svolto e riavvolto per ridurre l'effetto copia e per ripristinare la tensione di avvolgimento. In un passo successivo vengono determinate la configurazione delle piste, l'equalizzazione e la velocità di riproduzione. Per poter trattare ogni tipo di nastro si deve disporre di più apparecchi di riproduzione con caratteristiche meccaniche ed elettroniche diverse. Una volta scelta la macchina più adatta ed effettuate le tarature necessarie, il nastro viene letto ed il segnale convertito da analogico a digitale. Se necessario, i nastri vengono avvolti su nuove bobine, costituite da materiale che non si carica elettrostaticamente e che rispondono alle disposizioni archivistiche. Il seguito del procedimento come pure i tempi di lavoro sono uguali a quelli descritti per i dischi microsolco, cioè 2 volte il tempo registrato. Nei casi difficili, i tempi possono anche moltiplicarsi considerevolmente.Come nel caso in cui il legante, a causa del fenomeno dell’idrolisi, perde la sua integrità. In questo caso mediante il processo di cottura del nastro si riesce a ripristinare temporaneamente l’integrità del legante, rendendo possibile la lettura del contenuto del nastro che in questo modo potrà essere riversato su di un nuovo supporto di registrazione. L’operazione di cottura del nastro dovrà avvenire in un forno ad una temperatura compresa tra i 50 e i 55°C per un periodo che, a seconda del livello di degrado raggiunto dal legante, potrà essere di qualche ora fino a più giorni. È importante sottolineare il fatto che gli effetti del trattamento appena descritto sono in ogni caso temporanei e impongono, entro una o al massimo due settimane dalla sua esecuzione, il riversamento del contenuto del nastro trattato su di un nuovo supporto di registrazione.  
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